Un software per misurare l'impatto ambientale del formaggio
Pionieri della sostenibilità: un programma informatico valuta con rigore l’impronta ambientale dell’intera filiera del Grana Padano DOP
Entro la fine del 2025 la fase pilota del quadro comune sul Product Environmental Footprint (PEF) si avvierà a conclusione: la nuova metodologia, allora, potrà contare su delle linee guida comuni in grado di misurare l’impatto ambientale dei prodotti più diversi in base alla Valutazione del Ciclo di Vita dei Prodotti (LCA).
Di fronte a consumatori sempre più consapevoli e attenti, è quanto mai necessario stabilire dei parametri che possano comunicare efficacemente e senza pericolo di greenwashing l’impronta ambientale di un prodotto. Questo vale tanto per le eccellenze della gastronomia quanto per elettronica, industria chimica e abbigliamento.
Il Grana Padano, in tal senso, è stato un assoluto pioniere della sostenibilità: mentre lo schema di quello che sarebbe diventato il quadro comune PEF era ancora nelle fasi iniziali, il progetto LIFE TTGG–The Tough Get Going metteva insieme università, start up, aziende produttrici del Consorzio e centri di ricerca italiani e francesi nello sviluppo di un software in grado di ottimizzare le prestazioni ambientali ed economiche delle aziende di altre filiere di prodotti agroalimentari DOP e IGP dell’UE.
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L’impronta ambientale del prodotto: la metodologia PEF
La metodologia del Product Environmental Footprint (PEF) dell’Unione Europea nasce nel 2013 con l’obiettivo di uniformare e armonizzare il calcolo dell’impronta ambientale dei prodotti, allo scopo di promuovere i prodotti sostenibili con informazioni affidabili, facilmente comprensibili e paragonabili.
Basata sul metodo scientifico per la misurazione delle impronte ambientali chiamato Valutazione del Ciclo di Vita (LCA), la PEF permette di valutare l’impatto di un prodotto considerando l’intera filiera, cioè tenendo conto di tutte le attività a monte della catena di fornitura e a valle.
All’interno di un’analisi di questo tipo sono incluse diverse categorie di impatto ambientale, che vanno dalle emissioni di gas serra al consumo di suolo e risorse non rinnovabili, fino al potenziale impatto sugli ecosistemi d’acqua dolce. Sappiamo che le attività agricole sono responsabili di circa il 10 per cento delle emissioni totali di gas serra, ma limitarsi a considerare solo quest’aspetto sarebbe miope e niente affatto risolutivo: una filiera responsabile deve fare il possibile per limitare tutti i possibili effetti negativi sull’ambiente.
In questo contesto, il settore lattiero-caseario sta facendo scuola: i produttori hanno avuto un ruolo centrale nello sviluppo della PEF, contribuendo alla definizione delle regole di settore (Product Environmental Footprint Category Rules) elaborate nel 2018. E grazie al progetto LIFE TTGG-The Tough Get Going, il Consorzio di Tutela Grana Padano ha aperto la strada a un modello d’eccellenza in grado di ottimizzare le prestazioni ambientali ed economiche delle aziende di altre filiere dell’agroalimentare tutelato europeo.
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Grana Padano DOP: genuini pionieri della sostenibilità
Il progetto LIFE TTGG-The Tough Get Going si è concluso nel 2022. L’iniziativa, promossa da Consorzio di Tutela Grana Padano, Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Fondazione Qualivita, CNIEL, Enersem ed oriGIn, era nata per migliorare l’efficienza dell’intera catena di approvvigionamento dei formaggi europei DOP attraverso lo sviluppo di un software di supporto decisionale user friendly.
Punto di partenza per l’avveniristico progetto è stata proprio l’analisi della filiera del Grana Padano DOP, che ha permesso la raccolta sistematica dei dati su un campione rappresentativo di tutta la catena di produzione. Hanno aderito, in seno al Consorzio di Tutela Grana Padano DOP, 65 aziende produttrici di latte crudo, 20 tra caseifici e stagionatori e 18 confezionatori: i dati condivisi hanno permesso di misurare il profilo ambientale delle filiere, creare un benchmark, proporre soluzioni di efficientamento ed elaborare un software che potrà essere utilizzato da tutti gli altri produttori DOP nel rispetto delle linee guida PEF.
Il software elaborato all’interno del progetto LIFE TTGG è il primo Strumento di Supporto alle Decisioni Ambientali (SSDA) che non si limita a fornire un calcolo dell’impronta ambientale, ma identifica misure specifiche e molto concrete per ridurre i consumi di energia durante l’intero processo di produzione. Nel corso del quinquennio 2017-2022, il software è stato testato sui contesti produttivi del formaggio italiano Grana Padano DOP e del Comté DOP francese, con l’obiettivo di farlo diventare un modello potenzialmente applicabile a tutti i prodotti agroalimentari DOP e IGP italiani ed europei.
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Un modello per il comparto agroalimentare DOP e IGP
Il software SSDA sviluppato nell’ambito del progetto LIFE TTGG permette di migliorare le performance ambientali nelle aziende agricole, l’efficienza energetica nei caseifici e contribuisce a una migliore conservazione del prodotto riducendo lo spreco alimentare.
Secondo lo schema LCA, l’analisi del ciclo di vita del formaggio include anche le fasi di confezionamento, vendita e consumo, momenti così delicati da essere considerati un punto critico per la sostenibilità della filiera alimentare. Prendendo in esame soltanto l’aspetto energetico, l’applicazione delle misure di efficientamento porta a un risparmio stimato di 5 euro per ogni forma di Grana Padano: un impatto notevole, per una filiera che produce oltre 5 milioni di forme ogni anno.
L’uso di una metodologia coerente con le linee guida della PEF, inoltre, garantisce l’accesso ad alcuni incentivi UE nell’ambito dei programmi Green Deal e Farm to Fork.
“Essere il Consorzio del formaggio DOP più consumato al mondo”, ha spiegato il Direttore del Consorzio, Stefano Berni, “ci consente e ci obbliga al tempo stesso ad essere i pionieri dei percorsi di transizione verso economie sostenibili e circolari, percorsi che hanno come riferimento la qualità della materia prima e l’eccellenza del prodotto trasformato e che coniugano in modo armonico la tradizione al futuro”.
Il concetto di sostenibilità appartiene al DNA di Grana Padano: “È un formaggio che nasce come ricetta anti spreco ad opera dei monaci dell’abbazia di Chiaravalle”, spiega Berni, “nel solco di questa tradizione millenaria, la filiera produttiva è pronta ad adottare ogni strumento nuovo per ridurre ulteriormente la propria impronta ambientale”.
Proprio in quest’ottica il Consorzio aggiorna costantemente i dati utili al software e lavora per diffondere questa opportunità a tutte le altre Dop italiane, come verrà raccontato all’Assemblea annuale dei soci del 18 aprile.
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